LA FONDAZIONE
Il fondatore, Henry Jones, cercò dei co-fondatori reclutandoli presso la Sinagoga, di cui era uno dei principali responsabili. Il "B’nai B’rith" stesso riconosce inoltre che almeno quattro dei suoi fondatori erano massoni. L’Ordine del "B’nai B’rith", per libera scelta dei fondatori, era riservato ai soli ebrei. I fondatori volevano creare un Ordine che avrebbe dovuto essere il mezzo per unire gli ebrei d’America e "illuminare" così "come un faro il mondo intero". Un mese dopo la creazione dell’Ordine, si decise che la sede sarebbe stata a New York; il locale scelto per fondare la prima Loggia di New York, non fu una sala della Sinagoga, ma il tempio massonico situato all’angolo di Oliver Street e Henry Street, proprio per mostrare la sua origine massonica. I fondatori decisero di cambiare nome all’associazione, stimando che un Ordine ebraico dovesse avere un nome ebraico. Conservarono così le iniziali B. B., ma cambiarono il nome dell’Ordine, che da "Bundes-Brueder " (Lega dei Fratelli) divenne "B’nai B’rith" (Figli dell’Alleanza). Il motto dell’Ordine era: "Benevolenza, Amore fraterno e Armonia". Si scelse perciò come simbolo dell’Ordine la "menorah", il candeliere a sette bracci, che simboleggia appunto la luce.
FORMARE DEI QUADRI
Henry Jones intuì la necessità di una stretta unione della comunità ebraica americana, in vista del suo futuro incremento, per l’arrivo di un sempre crescente numero di emigranti, e quindi il bisogno di un’organizzazione che provvedesse alla loro sistemazione e al loro sostentamento; seppe unire i principi religiosi del Giudaismo a quelli filantropici di mutuo soccorso della Massoneria. Il disegno di Jones era quello di selezionare tra gli immigrati i migliori elementi. per costituire i "quadri" o le élites indispensabili al ruolo che il Giudaismo americano avrebbe dovuto avere nel mondo intero: essere il sacerdote dell’umanità posta al suo servizio, come "noachida" o proselite della porta! Per far questo bisognava conservare il carattere religioso del Giudaismo, ma nello stesso tempo evitare ogni disputa teologica.
Ora la Sinagoga, che in America era profondamente divisa, non poteva compiere quest’opera: la Loggia doveva quindi interporsi ed unificare ciò che le dispute sinagogali avevano diviso. Il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto essere il grande educatore degli ebrei americani, per poterli innalzare al rango che compete loro: essere il faro dell’umanità! Esso aveva quindi una duplice funzione: essere un bastione contro la secolarizzazione e la perdita dell’identità ebraica; e nello stesso tempo evitare ogni pericolo di divisione, a causa delle dispute teologiche. Per favorire quest’unione degli ebrei l’Ordine, rifacendosi ai principi della Massoneria, si poneva al di sopra dei partiti e delle correnti teologiche ebraiche. Esso divenne il centro di tutti gli affari del mondo ebraico americano e il punto d’incontro degli ebrei liberali e ortodossi. Grazie alla sua caratteristica pluralista, non esclusivista, il "B’nai B’rith" riuscì a unire ciò che la Sinagoga aveva diviso. Inoltre il "B’nai B’rith", per poter mantenere intatta la sua vitalità, mostrò sempre una grande capacità di adattamento al mutare delle circostanze.
INFLUENZA POLITICA DEL "B’NAI
B’RITH"
Nell’ambito
dei suoi compiti di tutela delle minoranze ebraiche l’Ordine esercitò,
tramite il canale della diplomazia americana, enormi pressioni in favore
degli ebrei perseguitati in Russia, in Romania, in Germania ecc. Nel
1903 per esempio, il presidente Roosevelt preparò insieme al "B’nai
B’rith" una lettera di protesta da inviare allo Zar di Russia per
condannare i pogrom russi. Le richieste contenute nella lettera,
trasmessa dal Segretario di Stato americano, non furono accolte dallo
Zar, il quale anzi, vedendo che gli ebrei capeggiavano i rivoluzionari
russi, decise di sottomettere gli israeliti stranieri a un regime
speciale di passaporto, per poterli meglio sorvegliare. L’America fece
nuovamente pressioni diplomatiche sullo Zar, ma Nicola II rifiutò
ancora una volta di ricevere le proteste ebree. Il Gran Presidente del
"B’nai B’rith" di quel tempo, Krans, ha scritto che uno
dei membri del "B’nai B’rith" dichiarò in
quell’occasione: "Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la
libertà che esso desidera, allora una Rivoluzione installerà una
Repubblica in Russia, mediante la quale otterremo i nostri
diritti".
Previsione o premonizione?
L’INFLUENZA ATTUALE DEL B’NAI
B’RITH
Negli
USA le campagne presidenziali passano inevitabilmente attraverso le
assemblee del "B’nai B’rith", dove i candidati, sia
democratici che repubblicani, vengono a porgere i loro messaggi di
sostegno ad Israele. Per esempio nel 1953 il vice presidente Richard
Nixon fu il principale oratore politico al banchetto della Convenzione,
ed il presidente Dwight Eisenhower inviò un caloroso messaggio
d’incoraggiamento alla Loggia. Eisenhower prese poi parte al banchetto
per il 40· anniversario dell’A.D.L. (Anti-Diffamation League of
"B’nai B’rith"), il "braccio armato" del "B’nai
B’rith". Mentre nel 1963, per i 50 anni dell’A.D.L.,
l’invitato d’onore fu il presidente John Kennedy. Alcuni mesi più
tardi anche il nuovo presidente Lyndon Johnson fu invitato
dall’Ordine. Per finire, il presidente del "B’nai B’rith",
Label Katz, incontrò in udienza privata Giovanni XXIII nel gennaio
1960. Tramite Jules Isaac (membro del "B’nai B’rith")
l’Ordine ha giocato un ruolo di primo piano nella preparazione del
documento Nostra Ætate del Concilio Vaticano II.
IL B’NAI B’RITH E LA MASSONERIA
Oggi
i membri del "B’nai B’rith" cercano di non parlare del
loro legame con la Massoneria, ma abbiamo già visto come almeno quattro
dei fondatori del "B’nai B’rith" erano massoni, che si
riunivano in Templi massonici. Il Ratier esamina a questo scopo ciò che
autori o riviste massoniche o filomassoniche scrivono del "B’nai
B’rith": Daniel Ligou, il "Dictionnaire de la franc-maçonnerie"
(1932),l’"Almanach maçonnique de l’Europe", Jean-Pierre
Bayard, la rivista "Globe" secondo cui il "B’nai B’rith"
è "il ramo ebraico della Massoneria", Daniel Beresniak, la
"Guide de la vie juive en France", che parla, a proposito del
"B’nai B’rith" di "Massoneria colorata di
Giudaismo", e infine "Tribune Juive" secondo cui essi
("B’nai B’rith") progettano di creare un tipo di
"obbedienza massonica riservata ai soli ebrei". Da qualche
decennio tuttavia, i dirigenti del "B’nai B’rith " stanno
cercando di non far trasparire la specificita massonica del loro Ordine.LA REGOLA DEL SEGRETO
Ufficialmente
il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto abbandonare la regola del
segreto nel 1920, ma ancora nel 1936 Paul Goldman, presidente della
prima Loggia di Londra, parlava, in un articolo che ne tratteggiava la
storia, del segreto o silenzio sulle attivita della Loggia. Il Ratier
spiega inoltre come vi siano nel "B’nai B’rith" delle
"riunioni aperte" cui possono assistere anche i profani, e le
"vere riunioni", chiuse o segrete, riservate ai soli fratelli.
IL CARDINALE DEL B’NAI B’RITH
Il
16 novembre 1991, il card. Albert Decourtray, Arcivescovo di Lione e
Primate di Francia, riceveva il Premio internazionale dell’azione
umanitaria del distretto XIX (Europa) del "B’nai B’rith".
Nel discorso pronunciato per la consegna della medaglia ricordo a
Decourtray, Marc Aron, presidente del "B’nai B’rith"
francese, fece un’allusione molto interessante circa l’evoluzione
delle relazioni tra gli ebrei e il Vaticano: "Poi venne Jules
Isaac, un "B’nai B’rith"; il suo incontro con Giovanni
XXIII è la punta dell’iceberg; il Vaticano II, Nostra Ætate, le
direttive conciliari per lo sradicamento di ogni concetto antigiudeo
nella catechesi e nella liturgia". IL CARDINALE BEA
L’attitudine
filoebrea del cardinale Bea gli valse l’accusa di essere un agente
segreto "B’nai B’rith". Qualcuno, come ha riassunto Leon de
Poncins, ha accusato Bea di essere d’origine ebrea, si sarebbe
chiamato, Beja, o Behar, e avrebbe agito nel Concilio come agente
segreto del "B’nai B’rith", Ma non ci sono prove serie di
ciò fino ad ora.
FREUD E IL B’NAI B’RITH
L’autore
scrive che S. Freud era membro della Loggia del "B’nai B’rith"
di Vienna e che il "B’nai B’rith" ha influito molto sullo
sviluppo della psicanalisi, fondata sulla Kabala.
IL B’NAI B’RITH E IL COMUNISMO
La
domanda dell’autore è questa: vi fu opposizione o sostegno, da parte
del "B’nai B’rith", alla Rivoluzione comunista del 1917?
Globalmente, leggendo la stampa del "B’nai B’rith", si può
dire che vi fu sostegno, senza che vi fosse alcuna paura per lo sviluppo
della comunità israelitica russa, tranne le inquietudini per
un’eventuale assimilazione degli ebrei nello Stato comunista e le
difficoltà per la pratica religiosa. Ma oltre questi due punti, non si
trova, nella stampa del "B’nai B’rith" dell’epoca,
nessuna condanna del regime dittatoriale comunista per la sua ideologia.
Per quanto riguarda "l’eliminazione degli ebrei ortodossi, essa
fu condotta dalla sezione ebrea del partito comunista la ‘Evsekzija’,
Si assistette perciò al triste spettacolo di ebrei, che spogliavano i
loro propri fratelli".
IL B’NAI B’RITH E IL SIONISMO
Il
"B’nai B’rith" può essere definito un movimento
pre-sionista. Fin dall’origine e per sua natura, il "B’nai B’rith"
è un Ordine d’ispirazione sionista, anche se nel 1843 questo termine
non esisteva ancora. Paul Goldman, presidente della Prima Loggia
d’Inghilterra, scrisse nel 1936 un piccolo opuscolo sulla storia
di tale Loggia. In esso sono contenute notizie molto importanti
sull’influenza delle logge londinesi del "B’nai B’rith"
nello sviluppo del Sionismo.
"Nella Palestina - scrive il Goldman - "B’nai B’rith" ha esercitato un ruolo unico, prima che il Sionismo ne facesse la base dello Stato ebraico". Nel 1865, ventitré anni prima dell’Organizzazione sionista mondiale di Herzl, il "B’nai B’rith " organizzò una grande campagna d’aiuto alle vittime ebree di un’epidemia di colera in Palestina. Dopo di che l’Ordine non ha più smesso di sostenere finanziariamente le iniziative private in Israele (nel 1948, inviò più di quattro milioni di dollari in Israele). Tuttavia a causa di una minoranza antisionista tra gli ebrei, il "B’nai B’rith"; che ha sempre cercato di evitare ogni querelle e divisione tra israeliti, non ha preso ufficialmente posizione (fino al settembre 1947) in favore delle tesi sioniste, pur difendendole e partecipando attivamente a tutte le conferenze sioniste.
IL B’NAI B’RITH FA RICONOSCERE ISRAELE
È
stato il "B’nai B’rith" che ha provocato il riconoscimento
(de facto) dello Stato d’Israele da parte del presidente americano
Harry Truman, che era ostile ad un riconoscimento rapido d’Israele, e
che a causa del suo "ritardismo" veniva accusato dai dirigenti
sionisti di essere un traditore. Nessuno dei leaders sionisti era
ricevuto, in quei frangenti, alla Casa Bianca. Tutti, tranne Frank
Goldman, presidente del "B’nai B’rith", che non riuscì
però a convincere il Presidente. Allora Goldman telefonò
all’avvocato Granoff, consigliere di Jacobson, amico personale del
presidente Truman. Jacobson, un "B’nai B’rith", pur non
essendo sionista, scrisse tuttavia un telegramma al suo amico Truman,
chiedendogli di ricevere Weizmann (presidente del Congresso Sionista
mondiale). Il telegramma restò senza risposta. allora Jacobson chiese
un appuntamento personale alla Casa Bianca. Truman lo avviso che sarebbe
stato felice di rivederlo, a condizione che non gli avesse parlato della
Palestina. Jacobson promise e partì. Arrivato alla Casa Bianca, come
scrive Truman stesso nelle sue "Memorie": «Delle grandi
lagrime gli colavano dagli occhi; allora gli dissi: "Eddie, sei un
disgraziato, mi avevi promesso di non parlare di ciò che sta succedendo
in Medio Oriente". Jacobson mi rispose: "Signor Presidente,
non ho detto neanche una parola, ma ogni volta che penso agli ebrei
senza patria mi metto a piangere". Allora gli dissi: "Eddie,
basta". E discutemmo d’altro, ma ogni tanto una grossa lacrima
colava dai suoi occhi. Poi se ne andò». Ebbene poco tempo dopo, Truman
ricevette Weizmann in segreto e cambiò radicalmente opinione, decidendo
di riconoscere subito lo Stato d’Israele. Così il 15 maggio 1948
Truman chiese al rappresentante degli Stati Uniti di riconoscere de
facto il nuovo Stato. E quando il Presidente firmò i documenti di
riconoscimento ufficiale d’Israele, il 13 gennaio 1949, i soli
osservatori non appartenenti al governo degli Stati Uniti erano tre
dirigenti del "B’nai B’rith": Eddie Jacobson, Maurice
Bisyger e Frank Goldman.
IL COMPITO PIU' ARDUO: IMPEDIRE
L’ASSIMILAZIONE
Sappiamo
gia che il "B’nai B’rith" ha per scopo di unire gli
israeliti, per far progredire l’umanità. L’Ordine cerca pertanto di
sviluppare il carattere morale e intellettuale dei propri
correligionari; tuttavia, studiando meglio il problema, si può scorgere
un certo "razzismo" ebreo in tali programmi. L’Ordine dei
"Figli dell’Alleanza" presuppone una fedeltà totale al
Giudaismo, in quanto esso serve a rafforzare la coscienza ebraica. Uno
dei compiti più alti dell’Ordine è di preservare il popolo ebreo da
ogni pericolo di assimilazione da parte di altre nazioni e da una
conseguente perdita d’identità.
La "Lega Anti-Diffamazione" (A.D.L.) scrive che essa "crede nell’integrazione, cioè nell’accettazione degli ebrei, come eguali. Ma che è opposta all’assimilazione: ossia alla perdita dell’identità ebrea. Uno dei principi dell’Ordine è che "non vi è posto nel "B’nai B’rith" per un Fratello che tiene i suoi figli lontani dalla Comunità Israelitica".
IL RIMPIANTO DEL GHETTO E I PERICOLI
DELL’EMANCIPAZIONE
Nelle
pubblicazioni del "B’nai B’rith" di questi ultimi anni,
traspariva ancora una certa nostalgia del ghetto, come garanzia della
propria identità, e perciò certi membri arrivano financo a stimare che
"il nemico mortale degli ebrei non è l’antisemitismo ma è
l’assimilazione".
Il "B’nai B’rith" lotta anche contro i matrimoni misti, nei quali uno dei coniugi è un "goy", anche se il matrimonio viene celebrato nella Sinagoga.
L’"ANTI-DIFAMATION-LEAGUE":
O IL BRACCIO ARMATO DEL B’NAI B’RITH
L’A.D.L.
fu fondata dal "B’nai B’rith" nell’ottobre del 1913 per
lottare contro la diffamazione e la discriminazione che si sarebbero
potute esercitare contro la comunita ebraica americana. Molti presidenti
degli USA hanno tessuto l’elogio dell’A.D.L., ad esempio Truman,
Eisenhower, J. Kennedy, Johnson, Reagan.L’associazione scheda regolarmente ogni anno tutti coloro che hanno espresso delle opinioni non filo-israeliane. In Italia il giornalista Maurizio Blondet è riuscito, clamorosamente, a rendere pubblico l’elenco dell’A.D.L. 1993, in cui si trovavano, tra gli altri, i nomi degli onorevoli Pivetti e Miglio, dei cardinali Ruini e Pappalardo. L’on. Pivetti ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo al Ministro degli Interni un’inchiesta sul caso, senza ricevere alcuna risposta.
L’A.D.L. E LO SPIONAGGIO PRIVATO
NEGLI USA
Il
10 dicembre 1992 e l’8 aprile 1993, i locali dell’A.D.L. del "B’nai
B’rith" di S. Francisco e di Los Angeles, furono perquisiti
simultaneamente da agenti dell’F.B.I. e molti dei documenti
sequestrati provano che l’A.D.L., tramite la sua sezione di ricerca
documentaria ("Fact Finding Division"), diretta fin dal 1962
da Irwin Svall, è stata, né più né meno, una vasta rete di
spionaggio, non solo contro militanti politici vagamente antisemiti, ma
anche contro diverse confessioni religiose, clubs, associazioni locali
che non hanno nulla di antisemita. La polizia americana scoprì allora
che la maggior parte degli uomini o associazioni spiate dall’A.D.L.,
non avevano mai avuto alcun legame diretto o indiretto con la comunita
ebraica, e non avevano neppure preso una posizione netta pro o contro
Israele.
In Italia per esempio, il card. Ruini è stato schedato come antisemita per aver scritto che Gesù era stato crocifisso dagli ebrei. Il card. Pappalardo per aver usato l’espressione scritturale "Sinagoga di Satana".
Una tale rete di spionaggio è stata messa in piedi grazie alle amicizie che l’A.D.L. conta tra i poliziotti, gli sceriffi e persino tra gli agenti dell’FBI.
Il potere della comunità ebrea e tanto grande che i
locali dell’A.D.L. di Los Angeles dovettero essere perquisiti dalla
polizia di San Francisco, perché la polizia locale si era rifiutata di
cooperare direttamente all’inchiesta. Il procuratore generale di San
Francisco, Arlo Smith, disse che si trattava "della più vasta rete
di spionaggio che opera su scala nazionale". Due cronisti del
quotidiano "San Francisco Chronicle", Phillip Matier e Andrew
Ross, hanno scritto che il dossier dell’A.D.L. di San Francisco,
sequestrato dalla polizia di Los Angeles, è "soltanto la punta
dell’iceberg di un raggio nazionale di spionaggio e di indiscrezioni
programmate dai servizi di sicurezza". I due giornalisti affermano
anche che "poliziotti di almeno altre sei grandi città, sono
egualmente implicati nella vendita di schede confidenziali di
polizia". Altra tattica impiegata dall’A.D.L. è quella
d’infiltrare gruppi o partiti americani. Alcuni studenti ebrei
dell’Università di San Francisco, come riporta il settimanale
"San Francisco Weekly", hanno ammesso di spiare, per conto
dell’A.D.L., altri studenti o professori, annotando sistematicamente
le osservazioni fatte su Israele o sugli ebrei. Se ne deduce che l’A.D.L.
scheda ogni persona che esprime sentimenti od opinioni critiche su
Israele. Sembra che l’origine dei legami A.D.L.- polizia risalga ai
preliminari della dichiarazione di guerra americana del 1941. Quando gli
USA dichiararono la guerra, le schede dell’A.D.L. divennero una
miniera d’oro per l’F.B.I., che poté cosi controllare gli agenti
nemici.
Questa pratica non è cessata: l’A.D.L. ha fornito all’F.B.I. liste di persone o organizzazioni ritenute "razziste"; anzi l’A.D.L. ha organizzato dei seminari di formazione ai quali venivano invitati poliziotti americani per poter identificare e schedare gli "antisemiti" o presunti tali. Nel 1989 fu il capo stesso dell’F.B.I., William Sessions, a partecipare all’assemblea annua dell’A.D.L., mettendo a disposizione della stessa la sua esperienza professionale. Per ottenere i favori dei poteri repressivi e facilitare la sua penetrazione nell’apparato poliziesco, l’A.D.L. sponsorizza ogni anno, numerosi seminari consacrati specialmente ai cosiddetti "estremisti bianchi", ai quali partecipano numerosi ufficiali di polizia, dall’ F.B.I. fino agli sceriffi, ivi compresi i procuratori generali di tredici Stati.
Le «pubblicazioni "tecniche" dell’A.D.L., che costituiscono spesso una vera opera di schedatura di persone critiche nei confronti del Sionismo, sono d’altronde destinate a essere utilizzate dalla polizia, come precisa lo stesso catalogo pubblicitario dell’A.D.L.». Per conto dell’A.D.L. vengono organizzate anche operazioni di provocazione, orchestrate nel seno di gruppi di estrema destra, in modo da screditarli e al tempo stesso pilotare l’opinione pubblica sull’esistenza di un grave pericolo razzista ed antisemita, in realta inesistente.
Questa pratica non è cessata: l’A.D.L. ha fornito all’F.B.I. liste di persone o organizzazioni ritenute "razziste"; anzi l’A.D.L. ha organizzato dei seminari di formazione ai quali venivano invitati poliziotti americani per poter identificare e schedare gli "antisemiti" o presunti tali. Nel 1989 fu il capo stesso dell’F.B.I., William Sessions, a partecipare all’assemblea annua dell’A.D.L., mettendo a disposizione della stessa la sua esperienza professionale. Per ottenere i favori dei poteri repressivi e facilitare la sua penetrazione nell’apparato poliziesco, l’A.D.L. sponsorizza ogni anno, numerosi seminari consacrati specialmente ai cosiddetti "estremisti bianchi", ai quali partecipano numerosi ufficiali di polizia, dall’ F.B.I. fino agli sceriffi, ivi compresi i procuratori generali di tredici Stati.
Le «pubblicazioni "tecniche" dell’A.D.L., che costituiscono spesso una vera opera di schedatura di persone critiche nei confronti del Sionismo, sono d’altronde destinate a essere utilizzate dalla polizia, come precisa lo stesso catalogo pubblicitario dell’A.D.L.». Per conto dell’A.D.L. vengono organizzate anche operazioni di provocazione, orchestrate nel seno di gruppi di estrema destra, in modo da screditarli e al tempo stesso pilotare l’opinione pubblica sull’esistenza di un grave pericolo razzista ed antisemita, in realta inesistente.
UN
LIBRO DI DENUNCIA
Nell’estate del 1992 appariva in Francia un libro, intitolato
"Les droites nationales et radicales en France", edito da
"Presses universitaires de Lyon" (P.U.L.), scritto da due
giovani autori René Monzat e Jean-Yves Camus (nati entrambi nel 1958).
Sul retro della copertina si può leggere la scritta: «Opera pubblicata
col concorso del "B’nai B’rith" di Francia». Ora il
presidente del "B’nai B’rith" francese e il dottor Marc
Aron, un influente personalità lionese, che ne ha firmato la prefazione
dal titolo: "Il cerchio vizioso dell’estrema destra".
L’opera è costituita in larga parte dalla trascrizione di schede
della polizia (da pag. 61 a pag. 100) ed è un’opera di autentica
denuncia di partiti, personalità, bollettini, associazioni, ecc.
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