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giovedì 10 luglio 2014

La truffa dell'Oro


L'Oro non ha alcun valore, se non quello di trovarsi in natura al pari della nuda roccia.

Il suo prezzo viene stabilito dalle fonti di mercato instaurate dall'essere umano, in modo che garantisca al soldo il suo "valore", il quale ha sua volta ne mantiene il commercio.

E' una convenzione che si morde la coda, una truffa che girando su sè stessa, alimenta la turbina dei mercati finanziari, delle cifre effervescenti di Wall Strett, con cui si influenzano i governi di tutto il globo, i quali stringono il cappio al collo della sovranità nazionale con parole inesistenti, come spread, tassi, inflazione.
Sporcarsi la bocca di simili termini, che altro non sono che insulti alle libertà civili, significa sottostare al depravato funzionamento di un sistema criminogeno.
Tutta l'attuale economia di stampo finanziario, non è altro che
la galera di un'altra applicazione di vita sociale, fondata sullo spirito comunitario, in cui l'economia non è altro che la pianificazione dell'effettivo bisogno, acquistabile tramite un sistema di scambio (il baratto).
A sua volta l'Oro, come tutti i "materiali preziosi", non sono altro che la più grande truffa nel sistema stesso.

Ma grazie alle folli strategie di marketing, sfruttando quell'approccio perverso che è la Pubblicità, ci fanno desiderare di possederlo, di compraci la collana per la mamma, l'anello per la coniuge o addirittura rifarci la tavoletta del cesso.

La natura è preziosa, l'aria è preziosa, lo è l'acqua e lo è la terra, lo sono le montagne e lo sono i coralli degli scogli.
Dobbiamo essere grati al Pianeta di farci vivere in mezzo a così tanta lussuria, la quale ci tiene misericordiosamente in vita.
Dobbiamo esserlo senza permetterci di avvalersene della capacità di stima e catalogazione.


Attualmente, il più grande deposito di Oro, risiede in Europa ed è di proprietà della famiglia Rotschild.

Gli stessi che hanno gettato le basi per la finanza di speculazione umana, gli stessi che dai tempi di Napoleone finanziano i più grandi conflitti mondiali da una parte e dall'altra, gli stessi che nutrono le multinazionali causanti danni immondi all'ecosistema.

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