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venerdì 25 luglio 2014

Costa Concordia: Quando un incidente diventa un affare


Cronaca                                           

Venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 21:45:05, la nave da crociera Costa Concordia guidata dal comandante Francesco Schettino, naufraga e si incaglia all'isola del Giglio (Toscana).
Le conseguenze che ne derivano dall'incidente sono disastrose.
L'equipaggio composto da 4229 persone a bordo, conterà 32 morti, principalmente per annegamento, 110 feriti di cui 14 ricoverati.
In Italia, la popolazione tutta, si stringe in lutto al grave incidente, e con essa i riflettori del paese ed esteri.
Il compito dei riflettori è quello di focalizzare l'attenzione su ciò che sarebbe impossibile nascondere, ma allo stesso tempo, in maniera diretta o meno, distolgono l'attenzione da dove la luce è meno visibile.
L'attenzione dell'opinione pubblica viene incanalata sul processo da oltre 100 milioni di euro a cui è sottoposto Schettino per essere venuto meno ai doveri del ruolo da lui ricoperto (l'abbandono dello scafo e dell'equipaggio a bordo in fase di affondamento), intorno al quale viene a sua volta costruita una campagna di marketing.
Ma l'eco di questa triste storia non tocca solo la sensibilità collettiva ed il rammarico delle istituzioni in quanto tale incidente abbia visto la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio mai naufragata, ma sveglia l'interesse di campagne speculative.

Il retroscena

La costruzione delle navi targate Costa Crociere è in gestione alla Fincantieri. S.p.A.
Tale società per azioni è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d'Europa e del mondo. La Fincantieri S.P.A. è un'azienda pubblica italiana, già di proprietà dell'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) fin dalla sua fondazione, oggi controllata al 99,355% da Fintecna S.p.A. finanziaria del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
La società è quotata alla Borsa di Milano sul Mercato TelematicoAzionario.
Il materiale utilizzato per l'assemblaggio dello scafo, sia lo scheletro che dalla poppa alla prua, è occupato in maggiore percentuale da Acciaio.
Ma l'acciaio in questione non è la comune lega che viene utilizzata nel commercio e sul mercato.
La lega utilizzata è un minerale a denominazione di origine controllata, un materiale di ottimale qualità.
La sua estrazione è pura e non si fonde con altra materia, come accade per le leghe comuni, le quali si combinano con materia combustibile come la plastica di derivazione petrolifera.
Se ne può quindi ottenere una lavorazione ed un utilizzo siderurgicamente puliti.
La legge naturale pone le materie pure su una presenza limitata, come vale per l'Oro e altre leghe.
La legge di mercato non muta mai, più la domanda mette a rischio la limitatezza dell'offerta, più il suo valore sale.
L'unico modo in questo caso, di usufruire di un bene limitato, è quello di renderlo impiegabile nuovamente.
In questo caso l'acciaio deve essere portato allo stato liquido per essere reimpiegato, la fusione è l'unico modo per tenerlo in circolo e trarne il valore.
Il relitto della nave Costa Concordia conta 290 metri di lunghezza e contiene 50mila tonnellate di acciaio pulito, il quale reimpiego frutterebbe un affare da cifre milionarie.
Dal momento in cui il mezzo è stato dichiarato inutilizzabile in seguito all'incidente, con un tempismo da sciacallaggio, si è avventata su di esso l'asta per l'acquisto dell'appalto di smaltimento del rottame. Il suo ottenitore ne diviene automaticamente il proprietario e, potrà beneficiare quindi del materiale che ne deriva.
Gli stessi tempi di rimozione del relitto sono diventati un business per quella che è una grande impresa di mercato, facendosi longevi hanno permesso quindi all'asta di selezionare in miglior modo il miglior offerente.
Sepor Terrestre, Marittima e Ambienthesis hanno ottenuto lo smaltimento di olio e batterie, Riccoboni e Santoro per i rifiuti urbani e assimilabili, Petroltecnica per la gestioni dei rifiuti da demolizione.
Attualmente in vantaggio per l'acciaio del rottame si trova l'asse azionario comprendente le industrie siderurgico-energetiche Duferco Italia Holding e Feralpi, le quali sono le prime realtà dell'industria pesante di Brescia a sperimentare una concreta alleanza "di filiera".
Attraverso la società commerciale compartecipata Media Steel, sull’acquisto del rottame, il cui prezzo (270 euro alla tonnellata), segue oramai le dinamiche speculative di una vera e propria commodity.
Dopo la decisione di correre affiancate per l’acquisto del laminatoio ex Lucchini del Caleotto di Lecco, la partnership fra i due gruppi sembra infatti funzionare.
L'ex leader di Confindustria dell'acciaio Giuseppe Pasini, ha dichiarato in merito che l'esperienza è positiva e da proseguire.

Epilogo

La Tragedia della Concordia è divenuta quindi una stima azionistica per il mercato della speculazione.
Questione analoga avvenuta nei confronti del sisma verificatosi in Abruzzo nell'Aprile 2009.

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