Cronaca
Venerdì 13 gennaio 2012 alle ore
21:45:05, la nave da crociera Costa Concordia guidata dal comandante
Francesco Schettino, naufraga e si incaglia all'isola del Giglio
(Toscana).
Le conseguenze che ne derivano
dall'incidente sono disastrose.
L'equipaggio composto da 4229 persone a
bordo, conterà 32 morti, principalmente per annegamento, 110 feriti
di cui 14 ricoverati.
In Italia, la popolazione tutta, si
stringe in lutto al grave incidente, e con essa i riflettori del
paese ed esteri.
Il compito dei riflettori è quello di
focalizzare l'attenzione su ciò che sarebbe impossibile nascondere,
ma allo stesso tempo, in maniera
diretta o meno, distolgono l'attenzione da dove la luce è meno
visibile.
L'attenzione dell'opinione pubblica viene incanalata sul processo da oltre 100 milioni di euro a cui è sottoposto Schettino per essere venuto meno ai doveri del ruolo da lui ricoperto (l'abbandono dello scafo e dell'equipaggio a bordo in fase di affondamento), intorno al quale viene a sua volta costruita una campagna di marketing.
Ma l'eco di questa triste storia non tocca solo la sensibilità collettiva ed il rammarico delle istituzioni in quanto tale incidente abbia visto la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio mai naufragata, ma sveglia l'interesse di campagne speculative.
Il retroscena
La costruzione delle navi targate Costa
Crociere è in gestione alla Fincantieri. S.p.A.
Tale società per azioni è uno dei più
importanti complessi cantieristici navali d'Europa e del mondo. La
Fincantieri S.P.A. è un'azienda pubblica italiana, già di proprietà
dell'IRI (Istituto per la Ricostruzione
Industriale) fin dalla sua fondazione, oggi controllata al 99,355% da
Fintecna S.p.A. finanziaria del
Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Il materiale utilizzato per
l'assemblaggio dello scafo, sia lo scheletro che dalla poppa alla
prua, è occupato in maggiore percentuale da Acciaio.
Ma l'acciaio in questione non è la
comune lega che viene utilizzata nel commercio e sul mercato.
La lega utilizzata è un minerale a
denominazione di origine controllata, un materiale di ottimale
qualità.
La sua estrazione è pura e non si
fonde con altra materia, come accade per le leghe comuni, le quali si
combinano con materia combustibile come la plastica di derivazione
petrolifera.
Se ne può quindi ottenere una
lavorazione ed un utilizzo siderurgicamente puliti.
La legge naturale pone le materie pure
su una presenza limitata, come vale per l'Oro e altre leghe.
La legge di mercato non muta mai, più
la domanda mette a rischio la limitatezza dell'offerta, più il suo
valore sale.
L'unico modo in questo caso, di
usufruire di un bene limitato, è quello di renderlo impiegabile
nuovamente.
In questo caso l'acciaio deve essere
portato allo stato liquido per essere reimpiegato, la fusione è
l'unico modo per tenerlo in circolo e trarne il valore.
Il relitto della nave Costa Concordia
conta 290 metri di lunghezza e contiene 50mila tonnellate di acciaio pulito, il quale reimpiego
frutterebbe un affare da cifre milionarie.
Dal momento in cui il mezzo è stato
dichiarato inutilizzabile in seguito all'incidente, con un tempismo
da sciacallaggio, si è avventata su di esso l'asta per l'acquisto
dell'appalto di smaltimento del rottame. Il suo ottenitore ne diviene
automaticamente il proprietario e, potrà beneficiare quindi del
materiale che ne deriva.
Gli stessi tempi di rimozione del
relitto sono diventati un business per quella che è una grande
impresa di mercato, facendosi longevi hanno permesso quindi all'asta
di selezionare in miglior modo il miglior offerente.
Sepor Terrestre, Marittima e
Ambienthesis hanno ottenuto lo smaltimento di olio e batterie,
Riccoboni e Santoro per i rifiuti urbani e assimilabili,
Petroltecnica per la gestioni dei rifiuti da demolizione.
Attualmente in vantaggio per l'acciaio
del rottame si trova l'asse azionario comprendente le industrie
siderurgico-energetiche Duferco Italia Holding e Feralpi, le quali
sono le prime realtà dell'industria pesante di Brescia a
sperimentare una concreta alleanza "di filiera".
Attraverso la società commerciale
compartecipata Media Steel, sull’acquisto del rottame, il cui
prezzo (270 euro alla tonnellata), segue oramai le dinamiche
speculative di una vera e propria commodity.
Dopo la decisione di correre affiancate
per l’acquisto del laminatoio ex Lucchini del Caleotto di Lecco, la
partnership fra i due gruppi sembra infatti funzionare.
L'ex leader di Confindustria
dell'acciaio Giuseppe Pasini, ha dichiarato in merito che
l'esperienza è positiva e da proseguire.
Epilogo
La Tragedia della
Concordia è divenuta quindi una stima azionistica per il mercato
della speculazione.
Questione analoga
avvenuta nei confronti del sisma verificatosi in Abruzzo nell'Aprile
2009.
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