"Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai la scoperta dei raggi cosmici. Ripetutamente si presero gioco di me e poi, anni dopo, hanno visto che avevo ragione. Ora presumo che la storia si ripeterà quando affermo che ho scoperto una fonte di energia finora sconosciuta, un’ energia senza limiti, che può essere incanalata“.
Nikola Tesla
Così Nikola Tesla apre il primo
capitolo della propria autobiografia, un volumetto polveroso fuori
catalogo, comprato oltreoceano per pochi soldi in un negozio di libri
usati. Sembrava proprio che questo libro fosse un “fondo di
magazzino”, riguardante qualcuno poi non così importante.
Peccato
però che a questo “qualcuno non così importante” si debbano
molte invenzioni che ognuno di noi usa tutti i giorni nella vita
quotidiana e quasi tutte le più grandi scoperte del XX secolo come
ad esempio la prima grande centrale idroelettica del mondo (cascate
del Niagara), i sistemi elettrici polifase a corrente alternata della
nostra rete elettrica, i motori a campo magnetico rotante dei nostri
elettrodomestici, il tubo catodico dei vecchi televisori, il
tachimetro/contachilometri delle automobili, le lampade a vuoto
luminescenti (neon) degli uffici, le porte logiche dei pc, il radar
per il controllo del traffico aereo o indispensabili strumenti di
comunicazione moderna come la radio. Ed infatti anche se i libri di
scuola, le istituzioni e i mass-media celebrano ancora solennemente
il nostro Guglielmo Marconi come l’inventore del telegrafo senza
fili (il nome della radio di allora) esiste una sentenza della Corte
Suprema USA che ha riconosciuto la vera paternità della radio a
Nikola Tesla.
Ciononostante, tutte le più grandi
enciclopedie continuano a liquidare la sua vita e le sue opere nelle
poche righe di un trafiletto dove troviamo citato il suo nome
esclusivamente come unità di misura dell’induzione
elettromagnetica. Una volta conosciute la sua storia però non si può
non provare un grande senso di gratitudine nei suoi confronti e non
ci si può non interrogare sul come un genio così eccelso possa
essere stato completamente dimenticato. Di tanto in tanto però, lo
scomodo nome di Tesla riemerge dall’oblio come ha fatto nel 2007
quando i ricercatori del MIT (Massachussets Institute of Tecnology)
hanno annunciato al mondo di essere riusciti a trasmettere energia
elettrica senza fili utilizzando i principi di risonanza scoperti
dallo scienziato serbo più di un secolo prima!
Dall’anonimato
al sodalizio con Edison
Nikola Tesla era di nazionalità serba ma nacque nella cittadina croata di Smilijan nella notte fra il 9 e il 10 luglio del 1856. Suo padre Milutin era un sacerdote ortodosso mentre sua madre, Duka Mandic, pur non essendo una donna istruita (non aveva frequentato la scuola per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle minori dopo la malattia che aveva reso cieca la madre) era dotata di una memoria e di una capacità d’inventiva davvero prodigiosa. Tesla per sua fortuna ereditò entrambe le qualità dei suoi genitori, il rigore morale del padre e le eccezionali doti intellettuali della madre, una donna che come lui stesso amava ricordare aveva brevettato un modo per estrarre dalle fibre vegetali il filo che poi utilizzava nei lavori di ricamo.
Molti anni dopo, nel 1899, mentre stava conducendo esperimenti nel suo laboratorio di Colorado Springs, ricevette un segnale radio che si ripeté continuamente. In tale occasione affermò pubblicamente di avere captato un messaggio radio proveniente dallo spazio ma venne ridicolizzato dal mondo accademico. Oggi però sappiamo che esistono effettivamente dei “rumori di fondo” che vagano all’interno della nostra galassia e che alcuni di essi possono essere realmente scambiati (vista la loro ripetitività) per messaggi intelligenti. E nonostante lo scetticismo dell’epoca è sempre a Tesla che dobbiamo la prima scoperta delle onde radio provenienti dal cosmo.
Nikola Tesla si dedicò anima e corpo
allo sviluppo di motori elettrici e di impianti di illuminazione che
potessero sfruttare i principi della corrente alternata. E così, nel
1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all’Engineering
Department del Central Telegraph Office, iniziò ad elaborare il
concetto della rotazione del campo elettromagnetico che in seguito
rese utilizzabile la corrente elettrica alternata. L’anno
successivo si trasferì a Parigi per lavorare alla Continental Edison
Company e nel 1883 realizzò il primo motore a induzione di
corrente alternata della storia.
E fu proprio durante la fase di
progettazione e di costruzione di quest’ultimo che lasciò senza
fiato tutti i colleghi e gli operai che ebbero modo di assistere in
prima persona al suo straordinario, quanto inusuale metodo di lavoro.
Un modus-operandi che è risultato semplicemente impossibile per
qualunque altro scienziato a lui precedente, postumo o contemporaneo.
E ciò in quanto, come anzidetto, non gli era necessario passare
attraverso la fase dei prototipi, le invenzioni venivano rielaborate
esclusivamente nella sua mente fino a quando non raggiungevano la
perfezione. Così una volta terminata la fase della ideazione
disegnava il progetto che poi passava direttamente alle catene di
montaggio.
Nel 1884, il giovane Tesla si imbarcò
alla volta degli Stati Uniti per entrare a lavorare nel team
dell’inventore più ricco e celebrato di allora, Thomas Alva
Edison. La sua speranza era quella di ricevere i mezzi finanziari e
le strutture per continuare la sperimentazione e realizzare così
tutte le sue invenzioni. Aveva con se solo una lettera di
presentazione che sbalordì persino Edison. A scriverla fu il
migliore ingegnere di Edison alla Continental Edison Company di
Parigi e recitava quanto segue:
“Nella mia vita ho conosciuto
solo due grandi uomini, uno è lei Mr Edison e l’altro ce lo ha di
fronte.”
Edison allora, incuriosito ma allo
stesso tempo irritato per essere stato messo sullo stesso piano di
uno sconosciuto e squattrinato ingegnere appena immigrato, concesse
immediatamente udienza a Tesla affinché gli esponesse i concetti
della sua scoperta relativa alla corrente alternata. Ma quando
comprese meglio di cosa si trattava affermò che una simile
tecnologia non avrebbe mai potuto funzionare. In questo modo cercò
di proteggere il futuro del suo giro d’affari legato ai diritti sui
brevetti a corrente continua, ovvero il tipo di elettricità che oggi
utilizziamo quasi esclusivamente per le batterie. Lo scienziato serbo
tuttavia non si perse d’animo e accettò comunque di lavorare
duramente per Edison nell’esecuzione di altri progetti poiché
aveva un assoluto bisogno di danaro. A fronte degli impegni
lavorativi assunti per la modifica dei generatori di corrente
continua, Edison promise a Tesla un compenso di ben 50,000 $ con una
semplice stretta di mano tra “gentiluomini”. Ma non appena
quest’ultimo terminò il compito affidatogli si vide rifiutare il
credito maturato sulla base del fatto che non aveva stipulato alcun
contratto scritto.
Edison infatti liquidò Tesla con la
celebre frase: “Mr. Tesla, voi non capite il nostro
humour americano!”.
La guerra delle
correnti
Dopo il “divorzio” da Edison Tesla
fu costretto a lavorare per circa un anno come manovale in una ditta
di scavatori. Nel maggio del 1885 però, il magnate di Pittsburgh
George Westinghouse acquistò tutti i suoi brevetti sui motori a
corrente alternata fondando la Westinghouse Electric Company
ed iniziò la famosa guerra delle correnti contro Edison. Il
confronto commerciale terminò con la vittoria di Westinghouse ma i
costi economici che quest’ultimo dovette sopportare furono enormi.
Inoltre Westinghouse doveva dei compensi altissimi proprio a Tesla e
se li avesse pagati sarebbe finito in bancarotta. Tesla allora si
recò in soccorso di Westingouse affermando: “I benefici che
deriveranno alla società dal mio sistema di corrente alternata
polifase è per me più importante dei soldi che entreranno nelle mie
tasche. Mr. Westinghouse, voi salverete la vostra azienda così
potrete sviluppare le mie invenzioni. Qui c’è il vostro contratto
e qui c’è il mio, li strappo a pezzetti e non avrete più problemi
con le mie royalties”.
Un episodio da cui traspare quanto
Tesla sia sempre stato coerente con sé stesso. Egli infatti aveva
sempre affermato che lo scopo ultimo della scienza fosse il
miglioramento delle condizioni dell’umanità e quindi non esitò a
sacrificare se stesso per il bene comune. Grazie a questo gesto,
Westinghouse rimase nel mondo del business e poté continuare a
produrre i dispositivi a corrente alternata inventati da Tesla.
Schivo dal successo personale ed egoistico, egli era felice di
trasmettere il proprio successo agli altri. E fu proprio la
produzione e la distribuzione dell’energia elettrica alternata a
condurre poi l’umanità nella c.d. epoca moderna. Ciò in
quanto la corrente continua di Edison oltre ad offrire prestazioni
minori a costi molto più elevati non poteva essere distribuita oltre
i 3 km di distanza a causa della forte resistenza elettrica che
sviluppa sui cavi conduttori (Legge di Ohm). Tesla impiegò ogni
centesimo guadagnato per reinvestire in sperimentazione e ricerca
inventando tra le molte cose, la bobina a circuito risonante, ovvero
un trasformatore ad alto voltaggio che divenne poi uno strumento
indispensabile per la fornitura della corrente alternata sulle lunghe
distanze. Per Tesla insomma il vero successo personale era poter
condividere le proprie scoperte con gli altri, ovvero contribuire
attivamente al progresso dell’umanità intera. Sugli scopi che il
vero uomo di scienza dovrebbe conseguire, egli affermò infatti:
“L’uomo di scienza non mira ad un risultato immediato. Egli
non si aspetta che idee avanzate siano immediatamente accettate. (…)
Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati
a venire dopo e indicare loro la strada”. Tesla inoltre
sosteneva di avere scoperto come imbrigliare l’etere, ovvero una
fonte inesauribile e gratuita di energia che permea tutte le cose
compreso lo spazio vuoto.Per tali affermazioni venne definito folle dal resto del mondo accademico ma in epoca moderna tale forma di energia è stata riscoperta sotto il nome di energia del vuoto quantistico e misurata sperimentalmente con l’effetto Casimir.
La trasmissione di
energia senza fili
Nel maggio del 1899, Tesla si recò a Colorado Springs dove istallò un nuovo laboratorio per effettuare una serie di esperimenti tra cui valutare la possibilità di trasmettere energia attraverso i media naturali come la terra, l’acqua e l’atmosfera. Egli riteneva infatti praticabile trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili conduttori. Aveva cioè scoperto che la Terra a determinati voltaggi e frequenze si comporta come un ottimo conduttore di energia elettrica. Inoltre, dall’osservazione diretta dei rovesci temporaleschi aveva notato un fenomeno insolito, i suoi sensibili oscillatori, non captavano tutte le scariche elettriche dei fulmini. Indagando sulle ragioni di un tale comportamento anomalo dei suoi ricevitori scoprì le proprietà nascoste delle onde stazionarie, le quali, a suo parere potevano essere utilizzate per trasportare energia elettrica senza alcuna apprezzabile dispersione su tutto il globo. Sfruttando queste conoscenze, riprodusse artificialmente le scosse delle folgori con la sua bobina da cento milioni di volts per creare onde stazionarie nel terreno riuscendo a trasmettere 10.000 watts di potenza a circa 40 km di distanza.
L’interno del laboratorio a
Pikes Peak, Colorado. I lampi che si vedono sono generati dalla
bobina Tesla.
Ritornato a New York, Tesla scrisse un
articolo dal tono futuristico sul Century Magazine in cui affermò di
poter costruire un “sistema mondiale di trasmissioni senza fili ”
utile per comunicare telefonicamente, inviare notizie, musica,
andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o
privato. L’articolo catturò l’attenzione di J. P. Morgan, un
grande banchiere d’affari che gli offrì un finanziamento iniziale
di 150,000 $, in cambio del 51% delle azioni sul progetto.
Nel 1901 Tesla si mise alla costruzione
del suo nuovo sistema di trasmissione mondiale vicino alle scogliere
di Wanderclyffe, nel Long Island dello stato di New York. Si trattava
dello sviluppo e del perfezionamento dell’impianto di trasmissione
già da lui utilizzato a Colorado Springs ed era caratterizzato da
una struttura portante interamente in legno con una enorme cupola
metallica toroidale sul vertice.Ma per quanto la Wanderclyffe Tower fosse perfettamente idonea a svolgere molte funzioni, lo scopo che primariamente Tesla voleva raggiungere con la sua costruzione era la trasmissione di elettricità senza fili in tutto il globo, un obiettivo che lo scienziato si guardò bene dal rivelare al suo finanziatore.
Il 12 dicembre dello stesso anno però il mondo fu sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi aveva trasmesso la lettera “S” oltreoceano da una località in Cornovaglia fino a Newfoundland, in America. Pochi infatti sapevano che l’inventore italiano aveva utilizzato ben 17 dei suoi brevetti per ottenere quel risultato e così Tesla fu costretto ad iniziare una battaglia legale controMarconi. Ma quando qualche tempo dopo Tesla dichiarò ai giornali di potere illuminare tutta la città di Parigi con il suo trasmettitore di Warderclyffe, Morgan scoprì che il vero scopo di Tesla era quello di trasmettere gratuitamente energia elettrica senza fili e quindi ritirò immediatamente il suo appoggio finanziario al progetto dicendo allo scienziato che avrebbe fatto molto meglio a realizzare un impianto come quello di Marconi.
La Wanderclyffe
Tower

Tesla diede il proprio contributo anche all’invenzione del radar e di tutte le altre tecnologie moderne che sfruttano i principi di risonanza come gli strumenti medici diagnostici più avanzati (ad es. la T.A.C. e la risonanza magnetico nucleare).
Il rifiuto dei
Nobel
Ancora nel 1912, Tesla godeva ancora di una discreta fama mondiale e venne persino candidato al Premio Nobel per la Fisica ma lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909 al posto dell’italiano.
Un modello per gli
uomini di scienza
Tesla si mostrò sempre schivo e distaccato sia dalle ricchezze materiali che dal successo personale ponendosi così come modello ideale per tutti i veri uomini di scienza. Fino agli ultimi anni di vita rimase convinto di poter ancora offrire il suo contributo al progresso e sperava ancora nell’aiuto di un finanziatore che non arrivò mai. Non ci sono notizie precise relative alla data della sua scomparsa ma si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all’età di 86 anni. Tesla viveva solo, in una stanza d’albergo e quindi il suo corpo senza vita venne trovato circa 24 ore dopo il decesso.
“La scienza non è nient’altro
che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento
delle condizioni dell’ umanità”.
Nikola Tesla
Fonte: Altrainformazione.it
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