Nei primi anni del Novecento iniziò a circolare in
Europa un misterioso e controverso manoscitto dal titolo “I
Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Al suo
interno veniva descritto con precisione il piano di
conquista del mondo da parte della comunità ebraica,
che si sarebbe dovuto realizzare attraverso il
controllo dei punti nevralgici delle moderne società
occidentali, quali la finanza, la stampa, l’economia,
gli eserciti militari, la morale e la cultura.
“Infiltrati come quinta colonna gigantesca nelle
società cristiane gli ebrei lavorano a corromperne la
fibra morale, pervertirne le tradizioni, distruggerne
l’economia e sovvertirne le istituzioni. Banchieri,
intellettuali, artisti, giornalisti, politici
obbediscono a uno stesso disegno e si preparano a
raccogliere il frutto del complotto”. Le parole di
Sergio Romano spiegano in maniera molto chiara quelli
che erano gli obiettivi di questa di società segreta e
i mezzi tramite i quali si sarebbero dovuti
realizzare.
Il libro è stato ripreso per giustificare molte delle
azioni antisemitiche messe in atto nel corso del
nostro secolo. Dai pogrom russi ai lager nazisti, fino
alle più recenti manifestazioni di odio nei paesi
mediorientali, i Protocolli sono stati spesso
impugnati dagli antisemiti per fomentare il disprezzo
nei confronti del popolo ebraico. Tanto per
intenderci, Hitler nel suo “Mein Kampf”, fa
ricorso a questo documento per legittimare
l’eliminazione, anche fisica, degli ebrei.